Ci sono pomeriggi di gioco infinito, di spensieratezza e leggerezza. Bambini che in cortile giocano a pallone, qualche grida, rumori allegri che rivelano che si può passare il tempo stando lontani da uno schermo. Può capitare che giocando a pallone accidentalmente un bambino colpisca una pianta in un vaso e la danneggi. Cose che capitano, pura normalità. Quello che è meno normale in questa storia (che forse ricorderete, perché è un fatto vero di qualche anno fa), è la reazione del bambino. Che seppure non visto, non scappa via, non fa finta di niente, non prova nemmeno a nascondere il danno. Ma si assume le sue responsabilità. Non sa a chi appartiene la pianta, però, con una certa empatia immagina che ci sia una persona che ne ha avuto cura, che le ha dedicato del tempo e per questo la pianta è cresciuta verde e rigogliosa. Allora il bambino prende carta e penna, e con la sua scrittura un po’ infantile scrive un messaggio che molti adulti non avrebbero nemmeno pensato: “Scusi per la pianta, l’ho colpita accidentalmente, ecco 5 euro per il danno”. È un evento importante? No, è solo una piccola storia, che però è diventata virale quando uno dei condomini, un professore universitario, ha fotografato il biglietto e lo ha pubblicato sui social. Perché nonostante tutto, un bambino che si assume una responsabilità pagando le conseguenze di una sua azione, non è solo una piccola buona notizia, ma è un vero squarcio di bellezza, un segno di speranza, una conferma che spesso sono proprio i più piccoli a compiere gesti “grandi”. E che per comportarsi bene non serve la paura di una punizione o di una sanzione, ma c’è qualcosa dentro che ci spinge a fare la cosa giusta, anche quando potremmo tranquillamente farla franca. E che cos’è questa cosa? L’educazione? L’empatia? Il senso del dovere? Non lo so, ci sto pensando da quando ho letto il libro che poi Giovanni Grandi ha dedicato a questo episodio, perché anche se il biglietto del bambino è diventato virale, di persone che fanno la scelta giusta ce ne sono tante, ed è di loro che si deve parlare, non di chi invece cerca scorciatoie, o pratica e predica indifferenza ed egoismo. Quindi lo chiedo anche a voi: che cos’è questa cosa che ci spinge a fare la cosa giusta, anche quando è la scelta più faticosa, impegnativo, difficile?
a cura della farfalla della gentilezza (Il libro di Giovanni Grandi è “Scusi per la pianta. Nove lezioni di etica pubblica”, Utet, 2021)
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