Attraverso lo smartphone, ormai, tutti noi siamo perennemente connessi ed abbiamo un accesso all’informazione costante e, per certi versi, illimitato. Indubbiamente questo ha i suoi aspetti positivi, ma non mancano anche le conseguenze negative da cui tenersi alla larga. Tale contatto diretto e continuo, infatti, ci espone ad una grande quantità di notizie preoccupanti che si diffondono a macchia d’olio, rischiano di creare allarmismo e generano, nelle persone più sensibili e vulnerabili, ansia per il futuro, inquietudine e apprensione. I social media, in quest’ottica, sono trampolini di lancio perfetti per sprofondare nel catastrofismo.
Forbes riporta che i ricercatori dell'Università di Yale hanno coniato il concetto di divario di speranza, che fa riferimento alla situazione in cui le persone sono più concentrate su un problema piuttosto che sulla sua soluzione, causando così ancora più stress.
Le buone notizie, d’altra parte, ci sono, ma spesso non godono della stessa considerazione, rimanendo relegate in trafiletti di giornale o in rubrichette apposite, quasi mai seguite come meriterebbero.
Ciò che si dimentica ormai troppo spesso è che le buone notizie generano dialogo; alcuni studi hanno dimostrato che ascoltare notizie positive spinge ad uscire dalla modalità “sopravvivenza” e ad entrare, invece, nella modalità di risoluzione dei problemi, costruendo più fiducia in noi stessi, nella comunità che ci circonda, e nell’umanità in generale.
Interessante è, a tal proposito, l’iniziativa di Google, che ha aggiunto una nuova funzionalità su Google Assistant, utile per aiutare gli utenti a sentirsi più ottimisti. Questa funzione può essere attivata dicendo Ehi Google, dimmi qualcosa di buono all'Assistente Google, che risponderà mostrando risultati contenenti buone notizie e soluzioni ai problemi.
Il processo è supervisionato dal team Creative Lab di Google e dal Solutions Journalism Network, ed è stato lanciato su Google Home e Google Home Mini negli Stati Uniti, per poi essere integrato anche nelle apposite app per dispositivi smartphone.
Conoscevate questa iniziativa positiva di Google? Vi sembra valida ed interessante? Come la sfruttereste? Scriveteci a brightside@outlook.it
Martina Foschetti, tirocinante Università Roma Tre.
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