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anna proserpio

Storia gentile dalla Basilicata

Il sogno di Miia


Questa è la storia di Solomiia Hrubiuk, una ragazza ucraina, fuggita dalla guerra e accolta da una società sportiva di Potenza, grazie alla sua grande passione per la ginnastica ritmica.

Miia, così la chiamano tutti, ha 12 anni. È alta, bionda, con grandi occhi neri e carnagione chiara. È timida, ma nello stesso tempo forte e determinata.

Nel suo Paese era una studentessa modello, amata da tutti. All’età di quattro anni, un giorno entrò per caso in una palestra e vedendo le ginnaste allenarsi, ne rimase così affascinata che volle subito praticare la ginnastica ritmica insieme a loro: così nacque la sua grande passione per questa disciplina sportiva.

La vita di Miia in Ucraina era felice e serena: studiava, si allenava e trascorreva il suo tempo libero con la famiglia e gli amici. Ma la notte tra il 23 e 24 febbraio del 2022 il rumore dei bombardamenti e delle sirene la svegliò bruscamente e da quel momento la sua vita e quella di tutti gli ucraini cambiò di colpo.

Non era ancora giorno quando la ragazzina e la sua famiglia, in preda ad una grande paura, dopo aver raccolto le cose più importanti da portare con sé, si rifugiò nei bunker sotterranei dove trascorse diversi mesi. Le giornate erano infinite, segnate dall’angoscia, dal terrore e dalla sofferenza per le condizioni disumane in cui improvvisamente si erano ritrovati a vivere.

Per un caso fortuito, a Miia si presentò l’occasione di lasciare il suo Paese martoriato dal conflitto con la Russia, mentre i suoi genitori dovettero rimanere per continuare il loro lavoro da poliziotti. Salita su un autobus, giunse in Italia, precisamente a Tito, in provincia di Potenza, dove viveva e lavorava da tempo una cugina che si offrì di ospitarla. Il viaggio le sembrò interminabile, e la nostalgia per la sua famiglia e gli amici in Ucraina sembrava insopportabile.

La ragazza aveva portato con sé solo uno zainetto con dentro poche cose, le più preziose: un nastro, una palla e le clavette per continuare a coltivare la sua passione per la ginnastica ritmica.

I primi giorni in Italia furono molto difficili da affrontare, ma pian piano, grazie all’accoglienza offertale dalla società sportiva Giu.Ne.Gia e dalle sue nuove compagne, riuscì a ritrovare un ambiente che le ricordava un po’ la vita serena in Ucraina.

Tuttavia, Solomiia sentiva molto la mancanza della famiglia e degli amici che aveva dovuto lasciare e la sua solitudine era ulteriormente accentuata dalla mancanza della scuola e dei compagni di classe, perché frequentava solo lezioni a distanza. La società sportiva rappresentava per lei una seconda famiglia e attraverso la ginnastica ritmica riusciva ad esprimere tutte le sue emozioni e a comunicare con le compagne.

Oggi Miia è ritenuta dalla sua istruttrice una ginnasta eccezionale, non solo perché preparata da un punto di vista tecnico e fisico, ma soprattutto perché sotto il profilo umano e caratteriale si è mostrata una persona vincente nella vita, viste le grandi difficoltà che ha dovuto affrontare per sfuggire dalla guerra e perseguire i suoi sogni.

Nonostante le difficoltà iniziali legate alla lingua – superate in parte con l’uso del traduttore – e alla timidezza di Miia, le nuove compagne l’hanno accolta con amore e sono diventate per lei come sorelle, cercando di allievare per quanto possibile la sua sofferenza e le sue preoccupazioni. La ragazza, infatti continuava a vivere la tragedia della guerra anche a distanza, perché comunicando con i genitori, veniva a conoscenza degli orrori che essi stavano vivendo, soprattutto per il loro difficile ruolo di poliziotti.

Col passare del tempo, Solomiia è riuscita ad integrarsi sempre meglio: oggi la ragazza ucraina si considera “adottata” non soltanto dalle compagne e dagli istruttori, ma anche dalle famiglie delle altre ginnaste, che hanno lanciato una raccolta fondi per permetterle di partecipare a gare e trasferte in tutta Italia e per sostenerla nella vita quotidiana.

A tutt’oggi, grazie all’aiuto della società sportiva, della cugina e dei genitori delle compagne, Miia riesce ad inseguire i propri sogni ed a vivere una vita normale, nonostante il pensiero ancora attuale della guerra.

Buona vita, Miia.


A cura degli alunni dell’I.C.” Luigi La vista” Potenza

Docente Sonia sguazzo

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