Musica maestro!
Hassan pensava fosse solo un incubo: si era svegliato nel bel mezzo della notte credendo di essere in mezzo al mare durante una burrasca; tutto ondeggiava, proprio come su una barca in mezzo alle onde. Ma non era un sogno. Ora era proprio sveglio e quella sensazione c’era ancora. E poi tutti urlavano. La mamma gli disse: “Corri, Hassan! Corri! Andiamo fuori, presto!”.
Si ritrovarono in strada insieme a molta altra gente che urlava, chiamava i propri familiari, si abbracciava. Dopo qualche minuto, che sembrò un’eternità, finalmente la terra cessò di tremare. Hassan non capiva esattamente cosa stesse succedendo, lui aveva solo otto anni e non ricordava di aver mai vissuto un’esperienza simile. La mamma piangeva e lo stringeva forte; anche Fatima la sua sorellina, singhiozzava abbracciata alla mamma. “Chissà dov’è papà…”, pensò Hassan, “Vorrei tanto che fosse qui in questo momento: mi sentirei più sicuro”. Il papà di Hassan era partito mesi prima verso un Paese lontano per cercare lavoro.
Il sole stava sorgendo e le prime luci dell’alba rivelarono un paesaggio terrificante: sembrava che avessero bombardato la città… ancora guerra? Lui, la mamma, il papà e Fatima avevano lasciato la loro casa in Siria per fuggire dalla guerra; erano stati accolti a Gaziantep, in Turchia.
Non stava male lì, si sentiva abbastanza sicuro; andava anche a scuola, dove, da qualche settimana, era arrivato da un Paese lontano, l’Italia, un maestro giovane, di nome Andrea. Hassan lo trovava molto simpatico e poi aveva portato tanti strumenti: trombe, clarinetti, flauti… ad Hassan piaceva il suono del flauto, gli sarebbe piaciuto imparare a suonarlo come faceva Andrea.
Sarebbe stato ancora possibile? Sentiva le sirene delle ambulanze, le voci concitate dei soccorritori, il pianto di chi chiedeva aiuto, i singhiozzi di sua sorella, le grida di chi cercava tra le macerie i propri familiari. “Ma che succede, mamma? Siamo ancora in guerra?”.
“No, Hassan c’è stato il terremoto”.
La notte tra il 5 e il 6 febbraio 2023, una scossa di magnitudo 7,8 ha colpito la Turchia meridionale, al confine con la Siria. A Gaziantep, una delle città maggiormente colpite, si trovava anche Andrea Alvesani, musicista originario di Montecchio Maggiore.
Andrea fa parte del Corpo europeo di solidarietà e, insieme ad altri giovani, era arrivato a Gaziantep per seguire un progetto educativo, che ha l’obiettivo di favorire la scolarizzazione e l’integrazione dei bambini profughi siriani rifugiati in Turchia, anche attraverso la musica.
Il terremoto è arrivato proprio quando il progetto stava prendendo piede; ma Andrea, pur avendo la possibilità di rientrare in Italia, non ha abbandonato i suoi piccoli allievi: ha scelto di rimanere per aiutare un popolo che ha dovuto abbondonare la propria terra a causa della guerra e ora è stata colpita da questa calamità.
Rimarrà a Gaziantep affinché per le strade della città possano riecheggiare quanto prima le note del suo clarinetto e le risate dei bambini, non più le sirene delle ambulanze.
A cura del CCDR Marcon (VE)
Docente Annarita Zanni
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