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Più o meno di un festival

Aggiornamento: 16 giu

di Benedetta Cosmi


È una buona notizia? Ogni settimana conosciamo il nuovo primo festival di qualcosa. Anche chi scrive era caduta nella tentazione pochi anni fa ma poi si è fermata per tempo almeno in un paio di casi. Il festival dell'educazione finanziaria a Rapallo frenato dalla pandemia sul sorgere, oppure La disputa (idem) a Roma presso la grande sede della Dante. Meno male... Pensate quanti ne sarebbero nati successivamente: da non riuscire a starci dietro. Uno è alle porte alla Triennale. C'è di tutto. Il festival dell'economia, si è appena concluso a Trento ma ha germogliato anche a Torino. Il festival della Comunicazione (in verità ce ne sono almeno due con lo stesso nome e ho partecipato ad entrambi), il festival del Bene Comune è nuovissimo (quando ho pubblicato il mio libro non esisteva). Il festival di Sanremo ovviamente ma quella è un'altra storia. Poi ci sono le week di Milano che sono un mini maxi festival di tutto. Le fiere. A novembre ci saranno nuovamente Gli Stati generali della Ripartenza - che lo scorso anno ho trovato una boccata d'ossigeno del tutto differente dal resto, ma saprà restare se stessa? È difficilissimo creare comunità che si frequentano quotidianamente e non l'ennesimo via vai. Anche IAB ad ottobre sull'advertising, il marketing e l'innovazione, quest'anno infatti muterà pelle. E ci ho pensato un po'. Forse va in controtendenza rispetto a questa (abbondanza) e quindi forse è l'ennesima giusta considerazione dei tempi. Anticipa la soluzione.

La stessa persona, che partecipa a metà di queste - o come dice, con una sua espressione tipica, il mio compagno - «a metà di mille», ... incontra pubblici diversi, o non incontra proprio nessuno perché non ascolta niente e va a ripetere messa altrove?

Personalmente resto legata a luoghi più che a occasioni lampo. Ci pensavo anche alla Civil Week.

Da sempre vedo i Bastioni di Porta Venezia e ci immagino un luogo dove chi passa per Milano ci lasci un suo schizzo se è un artista, suoni insieme ad altri musicisti, nascano canzoni, arte, impegno, storie.

Ma io sono nata «troppo tardi» o troppo presto per quasi tutto.

L'organizzazione è importante eppure i luoghi per la spontaneità ci mancano di più che in passato o sbaglio?



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