Gli orfani di scrivania, ai tempi del governo Monti Fornero erano i consulenti con p.iva che per essere riconosciuti da lavoratori autonomi autentici e non falsi dipendenti diventavano senza postazione, senza scrivania, oggetto del desiderio insieme al panettone a Natale. Il distinguo dal lavoro dipendente passava quindi da dei simboli, non indifferenti.
Lo smart working ha superato le postazioni fisse, le grandi multinazionali avevano iniziato, dopo il Covid 19 anche le altre.
Come i dipendenti Telecom che tornati dopo un anno in ufficio erano soliti dire: «devo prenotare il tavolo come in pizzeria», e lo raccontano con un pizzico di ironia ancora.
Cocacola invece è tra quelle che aveva già iniziato a cambiare il concept degli uffici.
Su un recente numero di Vanity Fair un pezzo di Myriam Defilippi porta l'
occhio alle 5 C.
COMUNICAZIONE: dialogare con chi quel giorno è a casa in smart working e chi è in ufficio.
COORDINAZIONE: È difficile organizzare il lavoro perchè risultano "invisibili" al responsabile. CONNESSIONE: Si perdono le occasioni di incontro casuali con i "legami debol", come i colleghi di altri settori. Ma è dimostrato che sono proprio i legami deboli quelli da cui si ricevono le informazioni e gli stimoli più preziosi.
CREATIVITÀ: Spesso il lavoro ibrido porta a un maggiore disordine organizzativo, che riduce la spinta ad avere idee.
CULTURA ORGANIZZATIVA: Si fatica a creare gruppi di lavoro ben saldi.
(da Vanity Fair di questa settimana, lo riproponiamo per poterci riflettere in rapporto al #benecomune)
di Benedetta Cosmi
Comments