Therese Comair è un’infermiera. Sarebbe più giusto dire era un’infermiera, perché in teoria sarebbe in pensione.
Eppure, l’abnegazione e il senso del dovere sono stati più forti dell’età pensionabile e del diritto al meritato riposo dopo una vita di lavoro. Perché Therese è indispensabile, e questo non è un modo di dire.
Therese vive in Libano, nel villaggio di Tannourine, tra le montagne a nord ovest di Beirut. Per quasi 50 anni ha lavorato presso una piccola struttura ospedaliera pubblica come infermiera e ostetrica, accanto a un unico dottore che però si divide con altre strutture e non è quindi sempre reperibile.
Di conseguenza, il vero punto di riferimento del villaggio è sempre stata Therese, instancabile e sorridente, nonostante la fatica.
Nel 2018, sarebbe dovuta andare in pensione. Ma un po’ per la crisi politica ed economica che sta devastando il Libano, un po’ per i tagli alla sanità, nessuno è stato assunto al posto di Therese.
Ciò voleva dire una cosa sola: niente assistenza sanitaria per gli abitanti di Tannourine.
E allora Therese non ci ha pensato due volte, e per non lasciare nei guai i suoi concittadini, è rimasta al suo posto di lavoro, come volontaria.
Oggi, a 67 anni, Therese lavora come prima, anzi più di prima, perché i pazienti intanto sono aumentati, le medicine scarseggiano, e il medico, a causa anche della difficoltà a trovare la benzina, è sempre meno presente.
Ma lei non si lascia scoraggiare, ed è pronta a tutte le ore, a dare un consiglio, una medicina, un po’ di conforto. Anche di notte, anche in pigiama. Senza differenze: un malato è un malato, a lei non importa se è musulmano o cristiano, non cambia niente. Lei ha giurato di aiutare la gente, e continuerà a farlo finché avrà la forza, finché potrà.
Perché ci sono anche persone meravigliose, in questo mondo complicato.
A volte è giusto ricordarcelo!
A cure de La Farfalla della gentilezza
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