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Intervista positiva con Sara Carnelli


Quale è il tuo eroe o modello positivo e perché?


Nel corso della mia crescita ci sono state alcune persone che sono state fondamentali e mi sento di menzionarle come i miei modelli positivi. Prima di tutti la mia nonna paterna Carla, di cui il ricordo più bello che ho di lei è che aveva sempre il sorriso stampato sul viso e cercava di trasmettere gioia e serenità a tutti coloro che le stavano intorno. Io l’ho sempre ammirata e ho sempre aspirato a diventare come lei, infatti ho ereditato la sua personalità solare. In secondo luogo, devo menzionare la suora del quartiere in cui sono nata e cresciuta, un quartiere dove purtroppo non vive ancora oggi la serenità ma in cui lei ha sempre cerato di portare l’armonia mancante, riuscendo a donare a me e a tanti altri ragazzi un’infanzia piena di ricordi felici. Lei è stata anche la prima persona a farmi capire quanto valgo e ad insegnarmi che con l’impegno e la dedizione avrei potuto ottenere risultati gratificanti, tutti valori che oggi contraddistinguono la mia persona. Ultimo ma non per importanza, il mio professore di religione delle superiori, che entrava in classe ogni settimana ponendoci la domanda “come state?” e si interessava veramente nell’ascoltare attentamente tutte le nostre risposte per poi impegnarsi in attività che potessero migliorarci lo stato d’animo o che comunque ci potessero arricchire. Secondo me, persone come queste sono difficili da trovare ma sono necessarie nella vita di ognuno di noi, perché vivono per trasmettere valori buoni e positivi e possono addirittura formare una persona e lasciare il segno.


Quale notizia positiva italiana degli ultimi sei mesi ti ha colpito di più e perché?


In questi giorni si è parlato dell’abolizione del bonus culturale per i giovani “18 app”, ma con mio piacere ho letto proprio questa mattina che è stato sostituito da una carta della cultura e del merito, sempre indirizzata ai giovani. Mi ritengo infatti una sostenitrice di questa iniziativa che mira ad aiutare i giovani ad ampliare la propria cultura, anche perché io l’ho ricevuto durante il periodo del Covid, pertanto non ho potuto sfruttare al massimo questa opportunità in quanto la maggior parte degli eventi culturali non potevano essere organizzati. Si tratta infatti di un grande ed importante stimolo per avvicinare i giovani all’arte, così come alla lettura, ai musei e così via, perché a volte basta davvero poco, ma se non se ne ha l’opportunità, spesso queste attività vengono ignorate.


Quale notizia positiva internazionale degli ultimi sei mesi ti ha colpito di più e perché?


Essendo un’appassionata di cinema mi ha fatto molto piacere sapere che negli ultimi mesi sia stata apprezzata anche all’estero la cinematografia italiana. Il film “Io Capitalo” diretto da Matteo Garrone è stato infatti nominato agli Oscar, mentre il film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, oltre ad aver vinto importanti premi internazionali, ha guadagnato un

grande successo in molti paesi del mondo. Questi sono solo alcuni esempi che, secondo me, fanno in modo che l’Italia venga ricordata non solo per il buon cibo (il che è comunque un vanto) o per la nostra storia passata, ma anche per l’arte che viene prodotta tutt’oggi.


Se tu fossi il Direttore di un TG o di un giornale quanto spazio daresti al racconto delle notizie positive e perché?


Devo ammettere che prima di entrare nel team di The Bright Side come tirocinante non avevo mai riflettuto approfonditamente su questo tema, probabilmente perché sono talmente abituata a sentire notizie tragiche che quando ne compare una in cui non si parla di bombe o omicidi sembra quasi fuori luogo; ma la verità è che sicuramente tutta questa negatività contribuisce a turbare il nostro animo ed è sbagliato “nascondere” le notizie positive perché è giusto ricordarsi che accadono anche cose belle e interessanti nel mondo. Proprio per questo motivo, se fossi la direttrice di un TG o di un giornale, farei il possibile per riservare alle notizie positive uno spazio almeno pari alla metà delle notizie complessive.



Sara Carnelli, studentessa Università Insubria e nostra tirocinante

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