Žarko Dolinar era un campione di tennis da tavolo croato. Aveva solo 18 anni quando vinse il primo titolo nazionale e la medaglia d’argento al campionato mondiale che si tenne al Cairo nel 1939.
Famoso e molto popolare in patria, Žarko Dolinar fu molto più di un campione del tennis da tavolo.
Per questo oggi parliamo di lui. Non perché vinse premi, medaglie, tornei. O perché era uno dei pochi sportivi con un dottorato di ricerca (non a caso divenne poi professore universitario all’Università di Zagabria e a Basilea).
Oggi parliamo di Žarko Dolinar perché era un campione anche di umanità, non solo nello sport.
Quando la Germania invase la Jugoslavia nel 1941 e impose le odiose discriminazioni antiebraiche, Žarko Dolinar non rimase a guardare.
Gli ebrei di Zagabria erano in pericolo e Dolinar decise di usare la sua popolarità per provare a salvarli. Nel giugno del 1941 iniziarono i rastrellamenti che erano il drammatico prologo a deportazione e morte. Žarko Dolinar, sfruttando le sue reti di conoscenza e il fatto di essere benvenuto pressoché ovunque, riuscì a entrare negli uffici comunali e a procurarsi surrettiziamente documenti di identità non ancora completati e timbri.
In questo modo, poteva falsificare certificati e permessi da viaggio falsi e poi, insieme al fratello Boris, distribuirli ad amici e conoscenti ebrei.
Non solo. In alcuni casi ospitava intere famiglie a casa sua, nascondeva persone in fuga e poi li scortava personalmente alla stazione per farli scappare. Oppure li aiutava a raggiungere i partigiani.
In una di queste occasioni salvò la famiglia di Judith Duic, una ragazza che sarebbe poi diventata sua moglie.
Dopo la guerra Dolinar riprese la sua carriera sportiva e universitaria, vinse altri titoli e premi, ma il riconoscimento più importante arrivò nel 1993, quando i due fratelli Dolinar furono inseriti tra i Giusti tra le Nazioni, per tutte le vite che avevano contribuito a salvare durante l’occupazione nazista in Jugoslavia.
Per questo oggi parliamo di Žarko Dolinar: un campione nello sport, ma soprattutto di umanità, coraggio e altruismo.
A cura de La Farfalla della Gentilezza
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